logo
Assoholding sostiene l'ambiente

Questa schermata contribuisce al risparmio energetico quando ti allontani o resti inattivo.

Web Tax 2025: cosa prevede la riforma

Con l’arrivo del 2025, l’Italia introduce la nuova Web Tax, una versione rinnovata della Digital Service Tax (DST), ampliando il campo di applicazione a tutte le imprese che operano nel settore digitale, indipendentemente dal fatturato.

La nuova Web Tax, con un’aliquota del 3%, colpirà i ricavi generati da servizi digitali come pubblicità online, e-commerce e streaming. La riforma elimina le precedenti soglie di fatturato, (750 milioni di euro di fatturato globale e un fatturato italiano di 5,5 milioni di euro) rendendo l’imposta applicabile a tutte le aziende digitali, incluse le piccole e medie imprese.

L’Agenzia delle Entrate avrà il compito di vigilare sull’applicazione della Digital Service Tax. Secondo quanto riportato nel documento presentato dal Governo “l’Agenzia avrà poteri ampliati per effettuare controlli fiscali mirati” sulle imprese che operano nel settore digitale.

Le sanzioni per la violazione degli obblighi legati alla Digital Service Tax possono essere particolarmente severe. In caso di omessa o infedele dichiarazione, le aziende rischiano sanzioni pecuniarie significative. Inoltre, se il pagamento dell’imposta avviene in ritardo, saranno applicati interessi moratori sul debito fiscale. Le aziende che non rispettano le normative potrebbero anche incorrere in restrizioni operative, con limitazioni nelle loro attività commerciali in Italia.

I cambiamenti cardine della Web Tax

-Universalità dell’imposta: abolite le soglie minime di ricavo, ora tutte le aziende che operano nel digitale saranno tenute al pagamento.

-Procedure semplificate: il sistema è stato reso più agevole per agevolare il rispetto delle nuove regole da parte delle imprese.

Scadenze chiave

Le imprese dovranno seguire un calendario fiscale preciso:

-Pagamento della tassa: entro il 16 maggio dell’anno successivo ai ricavi (per il 2025, entro il 16 maggio 2026).

-Dichiarazione annuale: da presentare entro il 30 giugno dello stesso anno.

Le aziende che operano nel settore dei servizi digitali devono fornire una chiara dimostrazione della loro attività in questo ambito. Per garantire la massima trasparenza, è fondamentale che mantengano registrazioni dettagliate delle transazioni e dei dati relativi agli utenti. Inoltre, dovranno presentare prove concrete dei ricavi generati attraverso i servizi digitali, facilitando così i controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate.

In evidenza

Articoli correlati

Vuoi saperne di più? Compila il form per contattarci

Prodotto aggiunto al carrello!