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Il rispetto del principio del Dnsh (Do not significant harm) diventa cruciale per gli investimenti finanziati dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), con un chiaro imperativo di non arrecare danno significativo all'ambiente.
È quanto ribadito dalla Terza sezione del Tar Puglia, che ha emesso la sentenza 263 del 4 marzo, respingendo il ricorso di un'azienda esclusa dalla gara per la fornitura di 99 bus elettrici per la città di Bari nell'ambito del progetto "Misura M2C2 – 4.4.1 del Pnrr Rinnovo flotte bus e treni verdi sub investimento Bus".
L'azienda aveva omesso di presentare i documenti relativi al rispetto del principio Dnsh nell'offerta tecnica, e ciò ha determinato la sua esclusione.
Il principio Dnsh, enunciato nell'articolo 17 del Regolamento (UE) 2020/852 sulla Tassonomia per la finanza sostenibile, implica una valutazione della conformità degli interventi ambientali, concentrandosi su sei obiettivi, tra cui la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Se un investimento genera significative emissioni di gas serra o danni alle risorse idriche e marine, non rispetta questo principio.
Il regolamento (UE) 2021/241 va ancora oltre, escludendo dal finanziamento i progetti che non rispettano il principio del Dnsh. Questo obbliga le imprese partecipanti a una verifica specifica dell'impatto ambientale delle loro attività economiche, considerando l'intero ciclo di vita dei prodotti e dei servizi offerti.
Il Tar Puglia ha sottolineato che per partecipare alla gara, le imprese dovevano fornire una Scheda tecnica n. 9 - acquisto di veicoli - che identificava i criteri per verificare il rispetto del principio Dnsh.
La mancata presentazione di questo documento ha impedito alla stazione appaltante di valutare adeguatamente il rispetto di tale principio. Questo non costituisce una violazione del principio di tassatività del Codice appalti, poiché il documento richiesto era considerato essenziale per l'offerta tecnica.
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