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Startup italiane: i dati su occupazione e valore

Le startup innovative italiane si confermano un elemento chiave per lo sviluppo economico e occupazionale del Paese. Questo è quanto emerge dal rapporto di Assolombarda, che analizza l’impatto delle oltre 30.000 imprese registrate nella sezione speciale del Registro delle imprese dal 2012. I dati raccontano una storia di crescita, innovazione e resilienza, ma anche di sfide legate alla sopravvivenza nel tempo.

Un ecosistema in movimento

Ad oggi, il panorama delle startup italiane conta 23.537 realtà attive, tra cui 12.504 ancora registrate come startup e 11.033 ormai cresciute e divenute ex-startup. Complessivamente, queste imprese coinvolgono quasi 102.000 soci, in prevalenza individui e famiglie, con una presenza significativa di aziende partner, anche se solo una minoranza di queste è di grandi dimensioni.

Un aspetto interessante è la crescente partecipazione aziendale: circa 8.700 startup vedono investimenti da parte di altre imprese, con quasi metà di queste controllate da aziende tramite partecipazioni di maggioranza.

Crescita occupazionale: dai primi passi al successo

I numeri sull’occupazione dimostrano la forza propulsiva delle startup. Tra il 2012 e il 2023, queste imprese hanno generato oltre 63.500 posti di lavoro, con un incremento costante che ha contribuito al 7,3% della crescita occupazionale complessiva in Italia nello stesso periodo.

La progressione è impressionante: si è passati dai soli 481 dipendenti del 2012 ai quasi 63.519 del 2023, con un ritmo di crescita annuo che dal 2017 oscilla tra il 20% e il 30%. Le startup più longeve hanno mostrato una capacità straordinaria di ampliare le proprie squadre, con un incremento medio dell’occupazione del 126% nei primi cinque anni dalla loro fondazione.

Numeri che contano: il valore economico

Il contributo delle startup non si limita al lavoro: il loro impatto economico è tangibile. Nel 2022, hanno generato un fatturato complessivo di 11,7 miliardi di euro, salito a 12,8 miliardi nel 2023. Anche il valore aggiunto prodotto è in crescita, passando da 2,4 miliardi di euro a 3 miliardi nello stesso periodo.

Tra queste imprese spiccano le “Gazzelle”, startup giovani con un alto tasso di crescita: 64 di loro, ancora attive, hanno generato nel 2022 oltre 4.600 posti di lavoro, con una dimensione media di 70 dipendenti. Hanno inoltre contribuito con un fatturato di 505 milioni di euro e un valore aggiunto di 135 milioni.

Sopravvivenza e acquisizioni: luci e ombre

Nonostante il successo, il percorso delle startup non è privo di difficoltà. Il tasso di mortalità cresce con l’età delle imprese, stabilizzandosi al 35% dopo dieci anni. Il periodo più critico si colloca tra il quinto e il settimo anno di attività.

Sul fronte delle acquisizioni, i numeri sono più modesti: 395 startup sono state acquisite o fuse dal 2012, con un picco di 110 operazioni nel 2023. Tuttavia, queste operazioni tendono a premiare le realtà più profittevoli, segnando un passo avanti verso una maturità economica.

Il bilancio di un impatto positivo

Il rapporto di Assolombarda conferma che le startup italiane non sono solo luoghi di innovazione, ma veri e propri catalizzatori di crescita economica e sociale. In un decennio, hanno saputo creare valore, generare occupazione e rappresentare un’opportunità per investitori e partner aziendali.

Guardando al futuro, queste realtà continuano a dimostrare il loro potenziale, confermandosi un pilastro fondamentale per la competitività del sistema Italia.

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