La scadenza entro il 31 marzo (o 2 aprile) per la regolarizzazione delle irregolarità formali, come previsto dall'articolo 1, comma 166 e seguenti, della legge 197/2022, rappresenta un'opportunità che, sebbene ancora aperta, potrebbe non essere mantenuta in futuro, alla luce delle modifiche previste con la riforma delle sanzioni.
Con la legge di Bilancio 2023, è stato stabilito che per sanare le violazioni formali è necessario pagare 200 euro per ogni anno d'imposta e rimuovere l'irregolarità. La scadenza per il pagamento dei 200 euro per anno era il 31 ottobre scorso, ma è stata consentita una suddivisione in due rate, con la seconda rata da versare entro il 31 marzo (o 2 aprile, considerando Pasqua e Pasquetta).
Entro questa data, secondo il provvedimento del 30 gennaio 2023 (n. 27629), è richiesta anche la rimozione delle irregolarità o delle omissioni, a meno che ciò non sia impossibile o non necessario considerando la natura della violazione formale.
La circolare 6/E/2023 precisa che la rimozione dell'irregolarità non è richiesta se la norma stessa prevede solo sanzioni, come avviene in molti casi.
Tuttavia, se il contribuente non rimuove tutte le violazioni entro un termine fissato dall'ufficio delle Entrate, che non può essere inferiore a 30 giorni, la regolarizzazione produce comunque effetti. La rimozione deve avvenire entro il 31 marzo (o 2 aprile) 2024 per le violazioni già accertate o segnalate.
In futuro, la sanatoria potrebbe non essere più proposta a causa delle modifiche in corso riguardo alle violazioni considerate meramente formali e non sanzionate. Il principio è quello di considerare tali violazioni quelle che non arrecano danno al controllo fiscale e non influenzano la determinazione della base imponibile o il versamento del tributo. Questo principio è già sostenuto da tempo e ora si vuole renderlo operativo, così come accadeva in passato con il ravvedimento operoso.