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DDL Spazio, via libera della Camera: tutti gli incentivi economici del testo

Via libera della Camera al DDL sullo spazio. Il disegno di legge (A.C. 2026-A) ha l'obiettivo di regolamentare la space economy, colmando un vuoto normativo nazionale e promuovendo la crescita dell’industria spaziale italiana. Il testo di legge, approvato in prima lettura alla Camera, si concentra sulla creazione di un Piano nazionale per l’economia dello spazio e su misure di incentivazione per il settore. Ecco i principali punti del DDL:

Sistemazione del  Settore Aerospaziale

Negli ultimi anni, il settore spaziale è passato dall’essere un ambito quasi esclusivamente governativo (gestito dalle grandi agenzie nazionali, come la NASA negli Stati Uniti o l’ESA in Europa) a un ecosistema articolato, in cui imprese private di varie dimensioni contribuiscono allo sviluppo di tecnologie, servizi e infrastrutture “in orbita”. Le applicazioni, un tempo limitate a missioni scientifiche o di difesa, oggi toccano molti settori: telecomunicazioni, trasporto, osservazione della Terra, gestione delle emergenze, estrazione di risorse, e altro ancora.

Il disegno di legge in esame nasce dall’esigenza di:

  • Recepire in modo sistematico le convenzioni internazionali in materia di responsabilità e immatricolazione di oggetti spaziali.
  • Fornire un quadro giuridico chiaro per gli operatori che intendano lanciare satelliti, sperimentare nuove tecnologie o sfruttare lo spazio a fini commerciali, scientifici e di sicurezza nazionale.
  • Istituire un sistema di sostegno e coordinamento in grado di promuovere lo sviluppo di una solida filiera nazionale, in piena sinergia con i progetti europei e le linee strategiche dell’ESA

Il testo fa chiarezza su chi è tenuto a richiedere l’autorizzazione allo svolgimento di un’attività spaziale: non solo gli operatori italiani che intendono lanciare oggetti o intraprendere missioni dallo spazioporto nazionale, ma anche soggetti italiani che svolgano attività spaziali fuori dal territorio italiano. È cruciale, infatti, che lo Stato possa esercitare poteri di indirizzo e vigilanza, in ottemperanza alle norme internazionali.

  • Requisiti oggettivi: sicurezza in tutte le fasi (progettazione, lancio, gestione orbitale, rientro), contenimento dei detriti, analisi dell’impatto ambientale, misure di sicurezza informatica.
  • Requisiti soggettivi: solidità finanziaria, competenza tecnica, possesso di un’adeguata copertura assicurativa per i possibili danni a terzi, garanzia di servizi di prevenzione collisioni

Registri e immatricolazione (Titolo III)

Un aspetto formale ma rilevante sul piano del diritto internazionale è quello dell’immatricolazione degli oggetti spaziali:

  • Registro nazionale: tutti i satelliti o altri veicoli spaziali lanciati per i quali l’Italia è “Stato di lancio” devono essere iscritti in un registro gestito dall’ASI, in ottemperanza alle convenzioni ONU in materia.
  • Registro complementare: se un operatore italiano acquisisce la proprietà o la gestione di un oggetto già lanciato (ma immatricolato altrove), si annotano le modifiche relative a proprietà, orbita e finalità nel registro complementare

Il sostegno pubblico alla space economy (Titolo V)

La parte più innovativa è probabilmente quella dedicata alle “Misure per l’economia dello spazio”. Il legislatore istituisce due strumenti fondamentali:

  1. Piano nazionale per l’economia dello spazio: uno strumento di programmazione quinquennale che stabilisce priorità, obiettivi strategici e linee d’intervento. Si punta a favorire sinergie tra progetti europei, programmi ESA e politiche industriali nazionali.
  2. Fondo per l’economia dello spazio (art. 23): questo Fondo, collocato nello stato di previsione del Ministero delle imprese e del made in Italy, ha l’obiettivo di sostenere le imprese del settore, finanziare progetti R&S e promuovere nuove applicazioni commerciali delle tecnologie spaziali. Il Fondo è alimentato da risorse pubbliche e dal contributo di autorizzazione e dalle eventuali sanzioni comminate agli operatori.
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