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Per le imprese che non hanno aderito al meccanismo di riversamento spontaneo dei crediti d’imposta per ricerca e sviluppo, introdotto dall’articolo 5 del Decreto Legge 146/2021, si apre ora una nuova possibilità di tutela attraverso la certificazione delle attività di ricerca e sviluppo. Questo strumento, oltre a rappresentare una soluzione per regolarizzare i crediti R&S passati, consente alle aziende di operare con maggiore sicurezza, riducendo il rischio di contestazioni future da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Certificazione delle attività R&S: una garanzia per i crediti passati
Per le imprese che non hanno usufruito della sanatoria, la certificazione rappresenta oggi l’opzione principale per legittimare i crediti d’imposta già utilizzati per attività di ricerca e sviluppo. Attraverso la richiesta di certificazione da formulare a uno dei soggetti iscritti all’Albo del Mimit, le aziende possono confermare la corretta classificazione delle proprie spese tra le attività ammissibili ai crediti d’imposta. Questo strumento ha un valore legale importante: una volta certificato, il credito è riconosciuto come valido anche agli occhi dell’Agenzia delle Entrate, che dovrà attenersi alla valutazione del certificatore. Di fatto, questo processo riduce sensibilmente i rischi di contestazione e rende più solida la posizione fiscale delle aziende.
Una risorsa per la pianificazione dei progetti futuri
La certificazione non si limita alla tutela del passato, ma si rivela strategica anche per chi desidera pianificare in modo sicuro le attività future di ricerca e sviluppo. Grazie alla possibilità di richiedere una certificazione preventiva, le imprese possono verificare l’ammissibilità dei progetti in fase di pianificazione, assicurandosi così la possibilità di ottenere il credito d’imposta senza sorprese o contestazioni successive. Questo risulta particolarmente utile per progetti complessi o di lungo termine, dove l’incertezza normativa potrebbe rallentare o scoraggiare gli investimenti.
Inoltre, dal 2024, con il Decreto Legge 39/2024, il sistema di gestione dei crediti R&S è stato ulteriormente rafforzato: le aziende che intendono accedere ai crediti d’imposta per attività R&S dovranno inviare una comunicazione preventiva al Mimit, in cui indicare gli investimenti programmati e la loro ripartizione annuale. Questo nuovo obbligo di comunicazione si applica a partire dal 30 marzo 2024 e dovrà essere aggiornato a conclusione degli investimenti.
Sinergia con il patent box per una gestione fiscale ottimizzata
Un ulteriore vantaggio della certificazione si manifesta per le aziende che beneficiano del regime del patent box, il sistema fiscale agevolato che premia i redditi derivanti dall’uso di beni immateriali. In presenza di una certificazione delle spese R&S – qualora queste risultino in parte sovrapponibili a quelle del patent box – le imprese possono consolidare la propria posizione fiscale, riducendo il rischio di contestazioni sulla qualificazione delle attività.
Fonte: Il Sole24Ore, articolo 4/11/2024
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