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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 18 mag - Con la pubblicazione della circolare n. 288 della Banca d'Italia del 12 maggio scorso si e' concluso l'iter legislativo di riforma delle società finanziarie non bancarie iniziato nel lontano agosto del 2010. A fronte delle circa 800 banche che abbiamo in Italia si tratta di circa 400 intermediari che potenzialmente potranno iscriversi al nuovo albo ex articolo 106 del Testo Unico bancario. Purtroppo gli elevati costi per adeguarsi alle nuove norme comporteranno una selezione che non aiuterà il mercato del credito tenuto conto che questi intermediari finanziari svolgono soprattutto attività di erogazione di credito alle Pmi sotto la forma di sconto effetti, factoring e leasing nonché alle famiglie sotto la forma di credito al consumo. Nello stesso tempo non si può non prendere atto che a causa di Basilea 3 e dei bassi tassi di interesse che non compenserebbero il rischio di controparte la distanza delle banche dalle piccole imprese italiane non diminuisce, a prescindere dal Quantitative easing (Qe). Si apre allora una finestra di tempo delicata in cui l'auspicio e' quello secondo cui il sistema del parabancario possa tenere e continuare ad innovarsi verso le forme di credito più avanzate, come quelle che utilizzano piattaforme informatiche attraverso sistemi di pagamento e offerte di credito snelle dove potranno trovare spazio non solo attività creditizie standard ma anche quelle che favoriscono l'incontro tra domanda e offerta di capitali attraverso il crowdfunding e sottoscrizione di bond a trattava privata.
(RADIOCOR) 18-05-15 10:57:15 (0188) 5 NNNN
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