(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 08 gen - 'La questione della soglia del 3% dell'imponibile evaso, a cui si sarebbe ancorata la sanzione penale" del decreto delegato della riforma fiscale "non dovrebbe essere ricondotta a conclusioni semplicistiche quando riferita al contrasto di processi penali aperti su evasioni solo presunte perche' frutto di errori in buona fede o d'interpretazione.' Lo afferma in una nota Gaetano De Vito, presidente di Assoholding. "Si riapre inevitabilmente - aggiunge - il dibattito circa le conseguenze dell'autonomia dei procedimenti penal-tributari rispetto a quelli di accertamento del reddito, nei casi in cui l'obiettivo dell'efficacia della sanzione penale mal si concilia con quello della precisione dell'accertamento tributario'