Durante la redazione del bilancio d’esercizio, può capitare di individuare errori relativi a operazioni gestionali risalenti agli esercizi precedenti. In tali casi, è fondamentale conoscere le corrette procedure contabili da seguire e verificare l’eventuale impatto fiscale della correzione.
L'Organismo Italiano di Contabilità (OIC), con il principio contabile OIC 29, fornisce le linee guida per la gestione di questi errori, distinguendoli in "rilevanti" e "non rilevanti". Questa classificazione si basa sulla capacità dell’errore di influenzare le decisioni economiche degli utilizzatori del bilancio. Un errore è considerato rilevante se può modificare significativamente le scelte degli investitori e degli altri stakeholder, a seconda della sua dimensione e natura.
Correzione degli errori: le procedure previste
La correzione degli errori contabili varia in funzione della loro rilevanza. L’OIC 29 stabilisce che per gli errori rilevanti la rettifica deve essere fatta agendo sul patrimonio netto, attraverso la voce "Utili portati a nuovo", mentre per quelli non rilevanti la correzione avviene direttamente nel conto economico dell’esercizio in cui viene individuato l’errore.
Secondo la normativa fiscale vigente, la correzione degli errori, sia rilevanti che non rilevanti, assume rilevanza ai fini fiscali nel periodo d’imposta in cui avviene la rettifica. In questo modo, non è necessario presentare una dichiarazione integrativa, a meno che non manchino i requisiti soggettivi o oggettivi per applicare le semplificazioni previste dalla normativa.
L’intervento dell’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate, con l'interpello n. 73 del 2024, ha confermato quanto disposto dall’OIC 29, ribadendo che, per gli errori rilevanti, è necessario apportare modifiche al patrimonio netto, con particolare attenzione alla comparabilità dei bilanci degli esercizi precedenti. Se l’errore si riferisce all’esercizio immediatamente precedente, gli importi comparativi devono essere rideterminati; se, invece, l’errore risale a periodi antecedenti, vanno rettificati i saldi di apertura dell’esercizio precedente.
Per quanto riguarda gli errori non rilevanti, la rettifica impatta direttamente sul conto economico, influenzando il risultato dell’esercizio senza ulteriori aggiustamenti fiscali.
Rilevanza fiscale delle correzioni
Secondo la dottrina prevalente, tutte le rettifiche contabili derivanti dalla correzione di errori – siano esse rilevanti o non rilevanti – hanno rilevanza fiscale. Anche quando le correzioni non vengono eseguite secondo le regole previste, ad esempio trattando un errore rilevante come non rilevante, le poste contabili generate dalla correzione continueranno a influenzare la base imponibile ai fini IRES e IRAP. Questo perché la correzione, anche se non perfetta, rappresenta comunque l’emendamento di un errore che ha impattato sugli esercizi precedenti.
In conclusione, l’OIC 29 fornisce un quadro preciso per la gestione e correzione degli errori contabili, offrendo strumenti per garantire una rappresentazione veritiera del bilancio e per gestire correttamente le conseguenze fiscali delle rettifiche.