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"L’imposizione unilaterale di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti, con percentuali che per l’Unione europea si attestano al 20%, rappresenta un campanello d’allarme non soltanto per il commercio internazionale, ma per l’intero assetto della globalizzazione così come lo abbiamo conosciuto negli ultimi decenni. Se oggi possiamo stimare un impatto relativamente contenuto nel breve periodo per le esportazioni italiane – grazie alla bassa elasticità di sostituzione di molti prodotti di eccellenza e a una domanda americana ancora legata alla qualità del Made in Italy – dobbiamo guardare con molta attenzione agli effetti strutturali nel medio-lungo termine” ha spiegato Edoardo De Vito, Presidente di Delta Holdings Association. “In questo contesto, il tema dei dazi si intreccia inevitabilmente con quello della gestione del rischio politico. Le imprese, specialmente quelle che operano su scala internazionale, devono dotarsi di strumenti solidi e continuativi per analizzare la propria esposizione geopolitica, valutando supply chain, guerre commerciali, rischi normativi e meccanismi di doppia imposizione fiscale che possono improvvisamente minare la competitività di interi settori industriali. È il momento per l’Europa – e per l’Italia in particolare – di investire in modo sistemico nella capacità analitica e previsionale delle imprese”
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