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CSRD e CSDDD: il Consiglio UE approva la semplificazione della rendicontazione di sostenibilità

csrd e csdd

Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato oggi, con voto favorevole, le misure di semplificazione delle norme previste dalla Direttiva (UE) 2022/2464 sulla rendicontazione di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD) e dalla Direttiva (UE) 2024/1760 in materia di due diligence (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – CSDDD).

La revisione si inserisce nel più ampio pacchetto “Omnibus” del 14 febbraio 2025, finalizzato a rendere più proporzionati gli obblighi informativi per le imprese e ad evitare che la rendicontazione ESG venga percepita esclusivamente come un onere formale.

Obblighi CSRD limitati alle grandi imprese

A partire dai bilanci relativi all’esercizio 2027, l’obbligo di rendicontare le informazioni di sostenibilità ambientale, sociale e di governance nella relazione sulla gestione si applicherà alle imprese che superano almeno uno dei seguenti parametri:

  • media annua di 1.000 dipendenti;

  • fatturato superiore a 450 milioni di euro.

Le PMI quotate restano escluse dall’obbligo, ma potranno optare per la rendicontazione volontaria secondo lo standard “VSME”, che sarà adottato con atto delegato dalla Commissione Europea.

Due diligence solo per imprese di grandi dimensioni

In riferimento alla Direttiva CSDDD, il Consiglio ha approvato:

  • lo slittamento al 26 luglio 2028 dell’obbligo di applicazione;

  • l’innalzamento delle soglie dimensionali per l’applicazione iniziale della direttiva, che ora riguarderà le imprese con almeno 5.000 dipendenti (anziché 3.000) o 1,5 miliardi di euro di fatturato globale netto (anziché 950 milioni).

La mappatura dei rischi e degli impatti negativi nella catena del valore è stata limitata alle relazioni commerciali dirette. Tuttavia, se emergono elementi oggettivi e documentabili relativi a rischi gravi (come lavoro minorile, lavoro forzato o inquinamento) anche nelle relazioni indirette, l’impresa sarà tenuta a estendere l’analisi e le misure di mitigazione.

Transizione climatica: obbligo posticipato

Il Consiglio ha inoltre confermato lo slittamento al 2028 dell’obbligo per le imprese di dotarsi di piani di transizione climatica, con obiettivi di decarbonizzazione a medio e lungo termine. La decisione definitiva sulle misure sarà ora rimessa al Parlamento Europeo.

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