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Roma, 22 nov - Il destino dei 190 milioni attesi dall'attuazione della legge sulla web tax, introdotta con la scorsa legge di bilancio, dipenderà dalle decisioni che prenderà l'Ecofin il prossimo 5 e 6 dicembre. Tuttavia fintantochè sarà orientata a tassare i ricavi e non gli utili prodotti dai servizi digitali l'impianto di questa imposta sarà destinato all'insuccesso. Le oggettive difficolta' di far rientrare la tassazione europea delle imprese digitali in schemi collaudati induce a ritenere utile un periodo di osservazione che sicuramente sarà previsto dall'Ecofin. Soprattutto per evitare che la tassa si applichi sui ricavi invece che sugli utili conseguiti. Tuttavia l'imposta sul fatturato realizzato, ad esempio del 3% come per legge in Italia, avrebbe tutti i vantaggi della certezza e della semplicità. Questo tributo dovrebbe pero' essere trasformato in ritenuta a titolo di acconto.
La definitività dell'imposta potrebbe infatti essere conseguita successivamente, e anche automaticamente, qualora le stesse imprese digitali non si presentassero presso le rispettive amministrazioni per dichiarare un'imponibile da cui scomputare la ritenuta subita. La questione poi, forse ancora più ardua, della ripartizione del fatturato in ogni paese appartenente alla Ue, dovrebbe essere altrettanto risolta in via semplificata. In via sperimentale la distribuzione del fatturato insistente in ognuno dei paesi Ue potrebbe essere effettuata sulla base della percentuale della popolazione attiva in ogni paese rispetto al totale della popolazione attiva censita nell'Ue stessa, salvo correttivi provenienti dalle successive indicazioni delle stesse imprese digitali sulla base dei loro 'big data' volti a 'pesare' il fatturato conseguito nei diversi paesi dell'Unione
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