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"Il bilancio comune dell'Ue è rimasto per decenni nell'ordine dell'1% del Pil dell'Unione. La doppia transizione, climatica e digitale, ha maturato l'esigenza di investimenti aggiuntivi, soprattutto in tecnologia, rispetto ai bilanci nazionali o al solo mercato di capitali privato. Questo solleva la questione relativa alla necessità di uno spazio fiscale Ue che riesca, tramite l'acquisizione di un proprio gettito, a rispondere alle sfide emergenti relative ai beni pubblici e alla competitività dell'Europa nell'economia globale". Lo ha chiarito Gaetano De Vito, presidente Assoholding, alla luce della recente pubblicazione del rapporto annuale elaborato dall'European Fiscal Board. "Come Associazione siamo favorevoli ad un dibattito sulla governance a livello europeo tale da poter intanto avviare un'apertura sulla capacità fiscale dell'Ue proponendo di attuare una base di tassazione a livello europeo attraverso la Global Minimum Tax. Le caratteristiche di tale tassa, applicata alle multinazionali con ricavi superiori a 750 milioni di euro, la rendono suscettibile di poter essere acquisita direttamente dall'Ue a beneficio del supporto degli investimenti in tecnologia e R&S delle imprese del Continente"
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