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La Camera dei Deputati ha approvato il Disegno di Legge (Ddl) Capitali con 135 voti a favore, un solo contrario e 92 astensioni. Il Ddl capitali si appresta a tornare al Senato per quella che sarà la terza lettura dopo l'introduzione di una modifica relativa alle coperture finanziarie.
Il provvedimento legislativo, che punta a riformare in modo sostanziale l'accesso al mercato dei capitali per le piccole e medie imprese (PMI) ha visto una correzione tecnica necessaria a garantire la sostenibilità finanziaria delle misure proposte.
Tra le misure più salienti del Ddl, spicca l'introduzione di semplificazioni burocratiche e una soglia di capitalizzazione elevata a 1 miliardo di euro per le PMI, al fine di facilitarne l'accesso ai mercati finanziari. Questo allentamento normativo mira a stimolare la crescita economica attraverso un più facile reperimento di capitali da parte delle imprese.
In ambito di regolamentazione, il Ddl propone modifiche significative come la limitazione dei poteri discrezionali della Consob, l'autorità di vigilanza sui mercati finanziari, in particolare per quanto riguarda l'ammissione sui mercati regolamentati e la soppressione di alcuni obblighi di segnalazione per i soci di controllo.
Sul fronte delle assemblee societarie, il Ddl introduce la possibilità per lo statuto societario di prevedere che il consiglio di amministrazione uscente possa presentare una lista di candidati per il rinnovo del consiglio stesso, una novità che solleva questioni sul bilanciamento tra continuità gestionale e rinnovamento.
Infine, il Ddl mira a incentivare l'investimento in PMI attraverso l'introduzione di azioni a voto plurimo e allarga la categoria degli investitori professionali, cercando di canalizzare ulteriori risorse verso il mercato dei capitali.
Mentre il Ddl capitali attende il suo ritorno al Senato, il panorama legislativo italiano si appresta a navigare tra le acque talvolta turbolente dell'innovazione normativa e della prudenza fiscale. Il successo di queste misure sarà determinante non solo per la crescita economica del Paese ma anche per la sua capacità di attrarre investimenti in un contesto competitivo globale.
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