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Il Fisco intensifica la lotta contro i falsi crediti d'imposta, puntando su controlli più stretti e tempestivi. Il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha delineato la strategia attraverso la direttiva di politica fiscale 2024-2026, sottolineando la necessità di intercettare frodi in fase precoce.
La recente legge di bilancio (legge 213/2023), in vigore dal 1° luglio, stringe ulteriormente il cerchio contro chi tenta di eludere il fisco attraverso compensazioni indebite. Le principali novità includono lo stop alle compensazioni per chi ha debiti superiori a 100mila euro, l'uso esclusivo dei canali telematici dell'Agenzia delle Entrate anche in assenza di saldo zero nel modello F24, e l'obbligo di utilizzare questi canali anche per crediti Inps e Inail.
Le nuove misure, in vigore dal prossimo mese di luglio, sono sia un supporto per il Fisco che un avvertimento per chiunque tenti frodi. L’obiettivo è perfezionare i tempi di reazione dell'Agenzia delle Entrate nell'individuare frodi legate all'uso improprio dei crediti d'imposta, soprattutto quelli collegati alle agevolazioni fiscali. L'analisi di rischio è il nuovo strumento chiave, che consente di individuare potenziali pericoli per le casse dell'Erario mediante l'esame di parametri predefiniti.
Il numero di indicatori previsti per il 2024 passerà da 8 a 9, con l'obiettivo di arrivare addirittura a 10 nel 2025, secondo la convenzione firmata dal Ministero dell'Economia e dall'Agenzia delle Entrate. Questi indicatori possono portare alla sospensione della delega di pagamento e, dopo ulteriori approfondimenti, al blocco in caso di sospetti di utilizzo illecito.
Tra le novità più significative c'è l'obbligo di utilizzare sempre i canali telematici dell'Agenzia delle Entrate per le deleghe di pagamento contenenti crediti in compensazione, non solo quando il saldo finale è zero. Inoltre, le compensazioni in F24 con crediti Inps e Inail dovranno passare anch'esse attraverso i canali telematici delle Entrate. Infine, lo stop alla compensazione per chi ha debiti iscritti a ruolo o accertamenti esecutivi non pagati per un totale di 100mila euro, prevede un recupero stimato di 125 milioni di euro nel secondo semestre del 2024.
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