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ASSOHOLDING: LA FLAT TAX ANCHE PER I DIVIDENDI – PAROLA AL MERCATO

agenzia-radiocordi Gaetano De Vito* (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 11 lug - Una flat tax al 25 per cento, come proposta dall'Istituto Bruno Leoni, dovrebbe anche ridurre, se non eliminare, i fenomeni di doppia tassazione e di rincorsa verso l'acquisizione del gettito che attualmente punta sulla aliquota marginale del 43 per cento come avviene oggi nella tassazione dei dividendi percepiti. Infatti i soci qualificati di societa' di capitali (generalmente con diritti di voto superiori al 20 per cento) oltre all'Ires pagata dalla societa' partecipata (pari al 27,5% fino al 31 dicembre 2016 e 24% dal 1? gennaio 2017) subiscono una ulteriore tassazione Irpef sul 49,72% degli utili distribuiti. Questo imponibile, come riportato anche nella relazione illustrativa del Decreto Mef del 2 aprile 2008 'e' idoneo a garantire un prelievo aggiuntivo Irpef tale da portare il prelievo complessivo (societa'-socio) al 43 per cento.' Ai soci non qualificati invece il raggiungimento dell'aliquota marginale e' assicurato attraverso l'applicazione della ritenuta a titolo d'imposta del 26%. Attualmente, con la riduzione dell'aliquota Ires al 24%, il ripristino dello status quo sarebbe assicurato da un nuovo Decreto del Mef attraverso il quale il percettore di dividendi 'qualificato' dovrebbe dichiarare un imponibile non piu' corrispondente al 49,72% dei dividendi percepiti bensi' al 58,14%. Cio' con lo scopo di compensare la minor aliquota Ires (dal 27,5 al 24 per cento) e raggiungere l'invarianza di gettito, pari all'aliquota marginale, attraverso un maggiore imponibile Irpef. Naturalmente nell'ipotesi che la flat tax divenisse legge dello Stato ci troveremmo in una contraddizione difficilmente superabile. Sia con riferimento all'obiettivo di tendere ad un prelievo sui dividendi corrispondente ad un' aliquota marginale che non fara' piu' parte dell'ordinamento fiscale sia per il fatto che la doppia tassazione diverrebbe ancora piu' evidente. La proposta di adeguamento della tassazione dei dividendi potrebbe a tal fine essere la seguente: da un lato, con riferimento ai soci qualificati, quella di abbandonare completamente la formula, all'epoca calcolata proprio da me sottoscritto, che tende all'aliquota marginale Irpef, per proporre verso questi contribuenti una percentuale di imponibile forfettaria ragionevole; dall'altro lato, con riferimento ai soci non qualificati, o quella di ridurre al 12,50% la ritenuta sui dividendi percepiti oppure quella di rendere la ritenuta del 26% applicata a titolo di acconto e non d'imposta

*Presidente Assoholding "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non possono in alcun caso essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore

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(RADIOCOR) 11-07-17 16:48:45 (0431) 5 NNNN

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